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Ecosistema forestale

I boschi e le foreste rappresentano un tesoro inestimabile di biodiversità e sostenibilità. Ricoprono una parte significativa della superficie terrestre. Sono ambienti ricchi di vita e svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio ecologico del nostro pianeta. L’importanza degli ecosistemi forestali si estende ben oltre la loro bellezza scenica, poiché contribuiscono a mantenere la stabilità climatica, a garantire la biodiversità e a fornire risorse essenziali per la sopravvivenza umana.

Nell’area naturale del Giardino botanico abbiamo la fortuna di poter osservare, in poche centinaia di metri, tre differenti tipologie boschive. 

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Fascia alta del bosco

  La faggeta è la formazione più rappresentativa del paesaggio forestale della zona. In generale, l’aspetto di una faggeta ricorda molto quello di una foresta tropicale: la forma delle foglie, la corteccia liscia e grigia, il substrato umido e soffice, l’odore di sostanza organica in decomposizione e l’apparente assenza di forme di vita. Il sottobosco è assai povero di piante e quindi di risorse alimentari, pertanto si possono scorgere pochi animali. Gran parte della vita si svolge, invece, sui rami dove un complesso sistema di relazioni produce un’inaspettata biodiversità. 

Il Faggio è presente sulle Alpi, sugli Appennini, sui Nebrodi, sulle Madonie e sull’Etna. E’ invece assente allo stato naturale in Sardegna. In particolare nelle Alpi carniche, il faggio, si ritrova in tutta la fascia montana dove forma estesi popolamenti puri, o misti ad altre specie come l’abete rosso e il carpino nero. Se non fosse stato per l’interferenza dell’uomo sarebbe stato l’albero più comune del Vecchio Continente. Invece, la sua storia è fatta di pratiche di “addomesticamento” e nei casi più drastici, di totale azzeramento a vantaggio dello sfruttamento agricolo. Per questo, a partire dal Medioevo, alcuni boschi furono protetti dall’abattimento. Poco distante da noi un tipico toponimo “Bosc bandit” ne indica probabilmente uno di questi.  

Le faggete ospitano una fauna relativamente scarsa se confrontata con quella di altri boschi. Una minore presenza di invertebrati, soprattutto di insetti, si traduce in una minore disponibilità alimentare per i vertebrati. L’andamento irregolare nella produzione dei frutti (le faggiole) causano una certa instabilità nella fauna, mammiferi e uccelli in particolare. Infatti, negli anni di sovrapproduzione si può osservare un significativo incremento di roditori, la cui abbondanza determina un conseguente aumento di predatori. Negli anni di “bosco magro” invece, i roditori diminuiscono e la faggeta si spopola di mammiferi. Tuttavia è da tenere presente che durante i mesi estivi, molti animali trovano nella faggeta un rifugio sicuro dalla siccità, grazie al microclima fresco e umido che si mantiene al suo interno. Questo rende la faggeta accogliente, compensando, almeno in parte, la scarsità di risorse alimentari.

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Fascia intermedia del bosco

Il bosco misto si distingue per la diversità di specie arboree in esso contenute. Infatti, combina alberi a foglia caduca con alberi sempreverdi. Questa varietà crea un paesaggio cangiante durante le stagioni, con le foglie che cambiano colore in autunno e una costante presenza di verde durante l’inverno. Tra le specie comuni dei boschi misti della zona si ritrova il pino, l’abete, il faggio, il carpino, il nocciolo, il maggiociondolo, e molte altre, formando un ecosistema ricco e dinamico.

La diversità di alberi nel bosco misto offre un habitat variegato sia per quanto concerne la flora che la fauna. Uccelli migratori, come l’usignolo, possono trovare rifugio nelle chiome degli alberi sempreverdi, mentre mammiferi come cervi e scoiattoli traggono beneficio dalla copertura fornita dagli alberi a foglia caduca. La complessità strutturale del bosco misto crea un ambiente ideale per una vasta gamma di piante, insetti e funghi, contribuendo così alla biodiversità dell’ecosistema.

Il bosco misto è caratterizzato da un ciclo di vita dinamico, con le specie arboree che interagiscono in modo complesso. Le foglie cadute forniscono nutrimento al suolo, contribuendo al riciclo dei nutrienti, mentre gli alberi sempreverdi mantengono la fotosintesi anche durante i mesi invernali. Questa dinamica contribuisce alla resilienza del bosco misto di fronte alle variazioni ambientali e alle pressioni esterne. La varietà di alberi favorisce inoltre la resistenza alle malattie, contribuendo così a mantenere la salute dell’intero ecosistema forestale.

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Fascia bassa del bosco

 Il bosco ripario è incastonato lungo il torrente Teria. Rappresenta un’ambiente unico, cruciale nella conservazione della qualità dell’acqua, nella protezione degli ecosistemi acquatici e nella promozione della biodiversità. 

Il bosco riparo è caratterizzato dalla sua posizione strategica lungo le rive dei fiumi, dei torrenti o dei laghi. Questi habitat unici presentano una varietà di specie vegetali adattate alla vita in ambienti umidi. Alberi come salici, ontani e pioppi sono i protagonisti di questi boschi, contribuendo a mantenere la stabilità delle rive con le loro radici intricate e fornendo rifugio a diversi animali.

Questi ambienti fungono da importanti corridoi ecologici, consentendo il passaggio e la riproduzione di molte specie animali e vegetali. Uccelli acquatici, anfibi e insetti trovano rifugio e nutrimento in questo ambiente ricco di risorse. La vegetazione lungo le rive agisce come filtro naturale, aiutando a migliorare la qualità dell’acqua e a ridurre l’erosione del suolo.

Le radici delle piante agiscono come barriere naturali, trattenendo sedimenti e sostanze inquinanti che altrimenti potrebbero raggiungere i corpi idrici circostanti. Questa azione contribuisce significativamente a ridurre l’impatto negativo dell’inquinamento e a preservare gli habitat acquatici. Oltre a migliorare la qualità dell’acqua, i boschi ripari svolgono un ruolo essenziale nella protezione dalle inondazioni. La vegetazione agisce come una sorta di “scudo verde”, assorbendo l’acqua in eccesso e stabilizzando le rive dei fiumi. Questa funzione non solo protegge dalle inondazioni, ma contribuisce anche a mantenere la forma naturale dei corsi d’acqua.

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